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martedì 12 luglio 2016

Intervista a SIMONA DIODOVICH, poliedrica autrice di "FUOCO CUORE ACQUA" e...

Questa intervista è, che mi crediate o no, molto importante per me.
Anni fa, ma non tanti, mi affacciavo al mondo degli ebook e mi capitò tra le mani un libro, noto come IL MIO NOME E' CARLIE.
Oltre a rimanere affascinata dalla storia, scritta in modo tutto nuovo, confidenziale e diretta, sono rimasta affascinata dalle capacità dell'autrice. E' stato un caso che mi ha portata a contattarla su Facebook, a parlare con lei e diventare una sua fan. 
Sto parlando della bravissima Simona Diodovich, autrice disegnatrice sognatrice e, nel mio piccolo, un'amica.
Le ho chiesto di poterle fare alcune domande, per un'intervista diversa dal solito, per la quale ho cercato di essere il più neutra possibile, cercando di far conoscere ai lettori alcuni suoi lati "nascosti".
Personalmente, ad intervista finita, credo che la Diodovic possa essere considerata una forza della natura, se poi aggiungete la chicca che persino mia figlia maggiore si diverte a parlarle su whatzup, è tutto detto ;)

Ma bando alle ciance e diamo spazio a lei, che ricordiamo, è autrice di ben 13 titoli (Il mio nome è Carlie, Deathless vol.1 - Sangue Perenne, Deathless vol.2 - Il re dei demoni, Deathless vol.3 - L'ultimo paradiso, Deathless prequel vol.1 - HamptonHighSchool - HamptonUniversityPirates - HamptonUniversityLife - Masked Girl- Hunters, luna rosso sangue - The Queen - Masquerade - Per sempre giovani - Fuoco cuore acqua), oltre ad essere ad oggi l’unica disegnatrice di fumetti dei Dottor Sorriso per la Fondazione Garavaglia.



Parlami di te, chi è Simona Diodovich e come è nata la voglia di 
scrivere? Ricordiamo che hai all'attivo la bellezza di 13 libri, che 
spaziano tra generi completamente diversi.

Come è nata la voglia di scrivere? Io scrivevo sceneggiature di cartoni 
animati da quand’ero piccola. Mi inventavo i soggetti, creavo i personaggi e 
poi sviluppavo la trama. L’ho sempre fatto. Ho solo messo su carta tutto ciò 
che mi passa per la mente. Fare un fumetto della stessa storia diventa molto 
più lungo, ho trovato un modo per essere più veloce a creare. Guarda, io ho 13 
libri pubblicati, due già pronti, uno in corso e non so quante idee ancora da 
realizzare. Sono disperata perché non gli sto dietro. Scrivere mi aiuta a 
liberare la mente, è come il pensatoio di Silente.



Io amo definirti poliedrica (gli insulti che riservo per te li 
menzioniamo dopo), autrice, grafica, io che ti conosco un pochino di più 
amo pensarti come una papergirl, un animale da palcoscenico di carta. Ti ci ritrovi in una definizione del genere?

Papergirl nessuno me lo ha mai detto. Animale da palcoscenico di carta è un 
bel modo di definirmi. Un mio amico dice che noi siamo eroi di cartone e 
fantasia. Si dice che, se si è davvero artisti, si è in grado di fare più cose 
con l’arte. A me piace anche ballare e cantare. Arte è arte. L’importante è 
esprimersi.  In ogni caso mettere in un libro tutta la mia esperienza anche gli 
studi di psicologia è uno spasso per me. E poter confezionarmi il lavoro da 
sola lo è ancora di più. Perché nelle cover io vado a disegnarmi proprio ciò 
che voglio io, che è tratto dal libro.



Il primissimo libro che hai scritto e pubblicato è CARLIE, ti va di 
raccontarci come e quando è nata l'idea? Hai tratto ispirazione da 
telefilm o film?

Niente film o telefilm. Mi sono svegliata una notte con in mente la scena 
nella bufera, lei che sosteneva lui per intenderci. Ricordo che il mio cuore 
martellava troppo forte per essere ignorata come cosa. Così, la mattina dopo 
sono andata in ufficio, dovevo disegnare e invece mi sono ritrovata a scrivere 
quella parte di storia che ancora non era nulla. Prima l’ho messa giù come l’
avevo sognata, poi ho girato intorno per creargli la storia. Ed è uscito il 
libro di Carlie, e tutti gli altri a seguito, mentre elaboravo il tutto.



Come valuti il genere romance italiano nell'ultimo periodo? C'è 
qualche libro che ti ha particolarmente colpita?

Eh, qui apriamo un capitolo doloroso. L’editoria tende a comprare anche dall’
estero sempre i soliti argomenti, e io sono un po’ stanca di leggere solo ed 
esclusivamente le stesse cose. Per cui direi che il libro che mi è piaciuto di 
più per ora nell’ultimo periodo è Lady Midnight di Cassandra Clare. Ma non ho 
ancora letto l’ultimo della saga Sono il numero quattro. Probabilmente anche 
quello mi piacerebbe molto. Come vedi anche qui io vado contro corrente.



Svelami una curiosità, sei stata ribattezzata SADIC QUEEN (io 
personalmente ti chiamo sadica stronza), cosa ti porta a tenere sempre 
il lettore sul filo del rasoio?

Non è che lo faccia apposta. Non mi sono mai piaciuti i libri in cui leggo e 
dopo tre pagine ho capito come va a finire il libro, dato che in primis sono 
una lettrice anche io, per cui è normale per me non rendere il libro scontato. 
Poi, il fatto che io abbia una mente molto contorta, be’, quello è un altro 
paio di maniche. In più io ho studiato psicologia, questo serve moltissimo. 
Esattamente come quando invento un mondo particolare, come è stato per The 
Queen, lì esce la disegnatrice che è in me con quei dettagli che solo una mente 
da disegnatrice crea, perché vede il mondo davanti ai suoi occhi nei minimi 
particolari. E comunque Sadic Queen mi piace molto. Sono orgogliosa di essere 
stata battezzata così.



Svelami un tuo segreto, qualcosa che nessuno sa di te 

Che domanda… dovrei dimagrire ma con le allergie prendo antistaminici e non 
dimagrisco nemmeno se lo chiedo in ginocchio.  Quindi sono piccola e rotondetta 
ma mi piaccio moltissimo. Te ne dico un altro. Sono sempre allegra, 
difficilmente mi arrabbio a meno che non mi si tocchi la famiglia e la gatta, 
allora sono una belva peggio di Hannah Clarke in Per sempre giovani.



Tu hai lavorato a Canale5 con A. Valeri Manera. Come valuti 
questa esperienza e come ti ha cambiata?

Valeri Manera è una delle persone più efficienti che io conosca. Mille cose 
ruotavano intorno a lei ed era in grado di gestire tutto. Da lei si poteva solo 
imparare. Professionalità, umiltà, precisione sul lavoro, capacità di contenere 
l’agitazione dovuta a un improvviso lavoro da terminare in fretta. Abbassare la 
testa e lavorare incurante di ciò che succedeva intorno. Sono alcune delle cose 
che io ho imparato da lei. Nessuna persona su raccomandazione, alla fine serve 
sempre e solo la bravura per andare avanti. Ero giovane e sono stata plasmata 
da lei, per cui non c’è nulla che mi soddisfi di più che essere riuscita in 
questo intento. Nel disegno impari determinate cose che poi io ho applicato 
alla lettera anche per la scrittura: 1) un solo disegno non fa di te una 
professionista nel campo. Stessa cosa per i libri. Un libro è anche fortuna, è 
alla lunga che si vede se sei portato in un determinato settore. 2) tanti 
disegni nella stessa posizione equivale a saperne fare solo uno, i disegni sono 
movimento, sono espressione di un certo pensiero. Lo stesso per la scrittura. 
Scrivere libri tutti identici con la stessa musicalità equivale a saperne 
scrivere uno solo. 3) se nella vita come disegnatrice ho cambiato stile di 
disegno molte volte, posso cambiare genere anche nella scrittura. Non mi annoio io, non si annoia la lettrice.



Il tuo ultimo libro, Fuoco Cuore Amore, uscito il 25 giugno, parla 
dei vigili del fuoco in modo attentamente dettagliato. Come ti sei 
documentata?

Sono andata in caserma dai vigili del fuoco di Gorgonzola un sabato sera. 
Avevo chiesto il permesso tempo prima. Sono andata con una mia amica che è 
della Polizia locale di Cernusco su Naviglio. Forse il maresciallo si aspettava 
una persona completamente differente da me. Ricordo che all’inizio era serio e 
molto sulle sue, poi io ho cominciato a fargli una raffica di domande strane e 
lui si è rilassato. L’ho fatto ridere. Sono rimasta lì fino a sera tardissimo e 
ho conosciuto anche gli altri vigili del fuoco. Sono scesi dal palo come si 
vedono nei film. È veramente bella da vedere una caserma. È stata una 
bellissima esperienza. Tra l’altro quando si parla di argomenti così specifici 
bisogna per forza documentarsi, perché può capitare che qualcuno del settore, o vicino a chi  fa questo lavoro, poi lo legga. È doveroso essere precisi. Lo 
sono stata con i vigili del fuoco, con il football americano e con ogni cosa 
che ho scritto, persino le distanze tra un posto e l’altro sono reali. Mi sono 
documentata su tutto.



Come ti nasce l'idea per una storia? Cosa serve per ispirarti?

Niente e tutto. Parto da un pensiero, magari è anche random e non c’entra 
nulla con tutto ciò che mi circonda in quel momento. Quel pensiero diventa una 
nota in un quaderno, poi sono due… poi entra in testa a gambe tese e mi esce la storia e io creo il plot. E poi sono le emozioni a predominare su tutto, come 
scrivo la prima pagina ruoterà il modo in cui scriverò il libro stesso e di 
regola non lo so fino a quando non mi ci metto dentro. Ho solo il plot 
dettagliato che, il più delle volte modifico, allungo, manipolo a secondo di 
chi predomina come personaggio secondario etc.



Tu hai avuto l'esperienza con una piccola casa editrice per la prima 
edizione di Carlie, ma hai anche quella come self publishing. Ti 
sentiresti di dire la tua a chi vuole pubblicare un romanzo oggi?

Urca. E qui non saprei cosa rispondere. Con Carlie e Sangue Perenne avevo la 
CE, sì. Ma essendo abituata a grandi Case Editrici per il mio lavoro, facevo 
tutto io lo stesso e prendevo poco. Ringrazierò sempre la casa editrice che all’
epoca mi diede l’opportunità, ma preferisco sola perché sono in grado di 
gestirmi dalla cover, all’impaginazione e il resto. Ho le mie beta… sono a 
cavallo, come si suol dire, e non ho spese perché faccio da sola. Quattro anni 
fa essere self era brutto, la gente ti guardava male, ora il self viene visto 
in modo diverso. Dipende tutto da cosa vuole la gente e da cosa è in grado di 
fare. A me piace il self, sono libera di fare ciò che voglio e come lo voglio. 
Ho dei progetti che voglio portare a termine, poi chissà, qualora una grande CE 
mi contattasse (non ora però) potrei pensarci. Non ora è perché devo prima 

portare avanti quel che ho in mente, se non lo facessi mi verrebbe l’orticaria.





Bene, sono decisamente soddisfatta di questa intervista, aspetto trepidante il continuo di Deathless e di The Queen, ma nel frattempo, lascio una piccola biografia di Simona.


Nata a Milano, città dove vive e lavora, ha studiato come grafica pubblicitaria, ma essendo molto brava nel disegno, è presto diventata una fumettista.
Come già citato, ha avuto l'occasione di lavorare con Alessandra Valeri Manera illustrando i cartoni animati delle reti Mediaset ed i cd di Cristina D'avena.
Il primo amore di Simona restano però i cartoni giapponesi, che l'hanno portata a creare storie tutte sue.
Ad oggi, non solo è una nota fumettista ed illustratrice, ma anche una scrittrice di successo, come dimostrato dalle numerose recensioni positive e dallo stuolo di fan che l'ammirano e la insultano per i suoi finali al cardiopalma.


Per leggere le recensioni dei suoi libri:

1 commento:

  1. Grazie tesoro.
    Rimango allora un animale da palcoscenico di carta.
    E sono felice di esserlo

    Un abbraccio grande

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